ANCHE LE E-MAIL INQUINANO
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ANCHE LE E-MAIL INQUINANO
Lunedì 24 novembre
Nel mondo digitale c’è un’enorme quantità di spazzatura.
Email, file, app, duplicati di foto e video non necessari sono tutti rifiuti digitali. Questi rifiuti creano inquinamento digitale che continua a consumare energia anche quando ce ne siamo dimenticati.
La spazzatura digitale si trova soprattutto nei backup sui server che ci forniscono il servizio cloud e continuano a consumare elettricità, ma anche nei nostri hard disk.
Se eliminiamo tutti i file, le app, le foto e i video non necessari, non stiamo solo risparmiando un’enorme quantità di CO2, ma allunghiamo anche la vita dei nostri dispositivi diminuendo nel tempo il quantitativo di RAEE prodotti, ci sentiamo più equilibrati e prendiamo il controllo delle nostre vite.
L’accelerazione dei processi di digitalizzazione delle organizzazioni private e della pubblica amministrazione, spinta anche dalla recente pandemia e dai successivi interventi messi in campo (si pensi alle misure di transizione digitale previste all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza), sta comportando un aumento anche della quantità di rifiuti digitali. Si tratta di file inutilizzati (documenti, immagini, procedure software, etc.) che si accumulano nei dispositivi e nella rete, contribuendo sia a un uso inefficiente delle risorse tecnologiche, sia a un impatto ambientale legato al consumo energetico necessario per la loro conservazione.
Ogni anno internet e i suoi sistemi di supporto producono 900 milioni di tonnellate di CO2. Il Comune di Lecce vuole ridurre la sua quota di CO2, non perché ritiene di poter di poter dare un contributo importante in termini di risparmio energetico ma perché intende portare all’attenzione di dipendenti e cittadini una questione che molto spesso è sottovalutata cogliendo un’occasione per sensibilizzare sull’importanza di ridurre la spazzatura digitale che produciamo.
Un’analisi condotta su un campione di comuni italiani ha rivelato che oltre il 90% dei dati nei loro file server e nei dispositivi personali dei dipendenti non viene utilizzato dopo un anno, generando rifiuti digitali. Questo accumulo inefficiente di informazioni comporta costi economici e ambientali.
Obiettivo: aumentare la consapevolezza dell’impronta ambientale digitale attraverso azioni di sensibilizzazione digitale responsabile: da un lato ripulendo i dispositivi dai dati inutili e dall’altro prolungando la vita alle nostre apparecchiature digitali.
Azione:
ripulire i proprio hard disk dai file non più necessari;
ripulire la propria casella e-mail, che probabilmente mantiene archiviati molti messaggi di cui non abbiamo più bisogno;
considerare alternative ai messaggi con pesanti allegati, come quella di caricare (anche temporaneamente) i file in un cloud ed inviare soltanto un link;
cancellarsi dalle newletter che non si leggono;
fare backup su cloud soltanto dei file importanti;
ridurre il tempo che si passa sui social media;
conteggiare, ove possibile, il peso in Mb o Gb, dei file cancellati.
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